La stretta relazione tra la vista e la corteccia uditiva

La lettura del labiale è, come abbiamo più volte ripetuto parlando di ipoacusia, un’abitudine molto utile per chi ha problemi di udito, una sorta di aiuto e di integrazione visiva che può aiutare a comprendere meglio le parole dell’interlocutore, motivo per cui le persone ipoacusiche hanno più difficoltà nel parlare al telefono, dove non è possibile leggere le labbra.

Forse non tutti sanno come La lettura del labiale, un’abitudine molto utile per chi ha problemi di udito, venga utilizzata quotidianamente anche dai normo-udenti.  Parliamo di un meccanismo quasi inconsapevole che si attiva tutte le volte che udiamo dei suoni.  E’ possibile accorgersi di questa caratteristica osservando che se dovesse captare che il suono e il labiale non combacino, come ad esempio in un video non sincronizzato bene, si viene a generare un effetto spiacevole, dato che l’incongruenza tra ciò che si sente e ciò che si vede altera fondamentalmente la stessa percezione uditiva.

Facciamo un altro esempio: se osserviamo una fotografia con un chiaro riferimento sonoro, come quella di un artista che stringe un microfono, accade che la corteccia uditiva si attiva dandoci la sensazione di udire quasi la voce del cantante.

Questo straordinario fenomeno è stato analizzato dalla professoressa Alice Mado Proverbio e dal suo team dell’Università Milano-Bicocca in collaborazione con l’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del CNR di Milano.

La ricerca ha coinvolto 15 studenti universitari sani sia di sesso maschile che femminile. Gli studenti avevano il compito di compiere una determinata azione (come ad esempio premere un pulsante) alla vista di una determinata immagine.

Mentre i soggetti osservavano le immagini, è stato possibile registrare l’attività bioelettrica cerebrale che si attiva solitamente in presenza di una stimolazione visiva.

I risultati hanno dimostrato che il cervello effettivamente attiva la corteccia uditiva primaria solo un decimo di secondo dopo la presentazione dell’immagine: in questo modo evoca il suono abitualmente associato a quella immagine con la medesima velocità che avrebbe in caso di suoni reali.

La corteccia uditiva si attiva dunque anche quando leggiamo il labiale, con uno scarto di tempo infinitesimale rispetto al suono prodotto. Ecco spiegato il motivo per cui , quando ci sono incongruenze tra quello che vediamo e quello che ascoltiamo, l’effetto risulta straniante.